Se il governo esce rafforzato da questa scissione, il Pd perde i numeri e deve prendere una decisione.
Il futuro dell’alleanza giallorossa è a rischio. Il famoso campo largo fortemente voluto da Letta sta prendendo la deriva. Ora Letta deve scegliere se rimanere ancorato ai 5 stelle di Conte, nonostante le sue idee opposte a quelle dei dem, oppure abbandonare anche lui i grillini e trovare nuove alleanze in vista delle elezioni del 2023.
Per il momento il Pd non si schiera e non prende le parti di nessuno dei due. Il segretario Enrico Letta ha provato a mediare fino all’ultimo tra i due litiganti senza però riuscire in nessun risultato utile. “Noi siamo il baricentro, tutto attorno a noi si muove vorticosamente. Nervi saldi”. Non si sbilanciano i dem in giudizi affrettati e attendono l’evoluzione della cosa “Vediamo quello che succede, è un passaggio molto complesso. Per noi la priorità è sempre quella di mettere la stabilità del Paese al primo punto” dice Letta.
Importante aver messo in sicurezza il governo Draghi
Il Pd mantiene una buona interlocuzione con entrambi e non vuole “entrare nelle loro dinamiche” perché per quanto alleati resta un partito a parte. Per il segretario dem la cosa più importante è aver messo al sicuro il governo Draghi. “Nel marasma generale, almeno una cosa è certa: l’uscita di Di Maio mette in sicurezza il governo Draghi. Conte non ha più i numeri per farlo cadere” ha dichiarato un membro del Pd.
Si tratta di un’analisi cinica ma accurata. In periodo di guerra e crisi generale, l’azione di governo va avanti illesa e non sono state generate crisi di governo che avrebbero ulteriormente destabilizzato la situazione interna del paese ma anche europea. “Non si gioca sull’interesse nazionale” ammonisce Letta, dicendo che “chi pensa di indebolire Draghi in una fase come questa commette un grosso errore. Favorisce l’avanzata di una destra che è fra le peggiori d’Europa” sottolinea.
Lo scisma tra Conte e Di Maio non può essere indifferente al Pd perché è un dato di fatto che i numeri sono cambiati e questo pregiudica l’alleanza per le prossime politiche ma anche sui territori dove Pd e M5S governano insieme.